Pelle
Sfioro, scivolo lento.
Non è tatto, poiché non è pieno il contatto.
L’attrito è nullo. Pigro passa il calore.
Lo percepiscono le dita che segnano la forma,
accompagnano lo sguardo lungo superfici discontinue.
Leggero è l’occhio nel suo osservare.
Segue angoli incerti. Svela, passaggi bui.
La pelle scorre sotto occhi di spugna.
Superficie liscia, su cui si annulla il tempo.
Se ne ascolta la vibrazione.
Se ne annusa l’odore.
Evapora il colore.
Identità imprecisa.
(altrove) silenziosa è la trasformazione.
Lenta s’imprime l’esistenza. Come tatuaggio di vita, a riferire storie, sempre degne d’essere raccontate.
Distesa, sorride la falsa dea dei giorni mai trascorsi. Pigramente raggrinzita dal respiro della vita.
Spazia lo sguardo. Ovunque intorno è pelle tesa, a vibrare presunti giorni mai trascorsi.
Palcoscenico per il burlesque messo in scena da burattinai dell’eterna giovinezza.
Moderni profeti per cadaveri bellissimi, cibo in scatola per vermi felici.
M.F.
Le fotografie, qui in bassa qualità, sono parte dell’intero lavoro.